RECENSIONI ED EVENTI
L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI
Una scrittrice che ama la sua terra e che la esalta narrandone le tradizioni tramandate. Lei è Pina Spinella, acese, donna sensibile ed autrice raffinata che ho il piacere di ospitare nella Rivista Nuove Edizioni Bohémien per una delle mie interviste esclusive.
In questo salotto, desidero parlare di due suoi lavori: “Etna: essenza della Sicilia”, un libro dedicato alla Sicilia e all’Etna, arricchito da foto e originali illustrazioni, e “Il mito di Aci e Galatea”.
1 Pina, tu attraverso “Etna: essenza della Sicilia”, riprendi un’antica leggenda bizantina che spiega perché all’Isola venne dato il nome di Sicilia. Raccontaci di questa storia affascinante.
Tempo fa, ho avuto modo di leggere un’antica leggenda bizantina che racconta di una bambina molto bella, di nome Sicilia. La bimba, alla nascita viene colpita da un terribile maleficio: se all’età di quindici anni non si allontanerà dalla sua patria, si verificheranno tragiche calamità. Così, Sicilia parte su una barca, con pochi viveri, e naviga per tre lunghi e faticosi mesi finché, quando ha perso ogni speranza, giunge in una terra rigogliosa. Dopo essersi rifocillata, capisce però di essere giunta su un’isola deserta. E, quando sta per disperarsi, appare un giovane che la rassicura con gentilezza e le rimane vicino. I due sono stati scelti dagli dèi per ripopolare quella magnifica terra, i cui abitanti, divenuti cattivi, erano stati uccisi da una pestilenza. I due ragazzi si innamorano e… da qui iniziano la mia integrazione e rielaborazione della leggenda. Nasceranno tre figli maschi- Eolo, Tifeo ed Encelado- e per ultima Etna, un’affascinante ragazza, amante della natura e delle piante. Scoprirete le sue passioni leggendo il libro.
2 Come te la immagini la vecchia Trinacria?
Ho immaginato la vecchia Trinacria come una terra di” odorose ginestre, faggi dalle intense sfumature, rughe della terra, anelli di fumo , mormorio di acqua”.(pag.19)
3 Simbolicamente, cosa o chi rappresentano il giovane e la principessa?
Il giovane rappresenta gli uomini di buona volontà e la principessa simboleggia una vita da salvare mentre scappa da morte sicura e, allo stesso tempo, la speranza di un futuro migliore
4 Considerando che la peste, colpendo i primi abitanti, ha eliminato il male, la guerra, l’omertà, l’ingiustizia che gli dei desideravano fare sparire, quale il messaggio ultimo che vuoi dare soprattutto ai giovani?
Il messaggio che voglio fare passare attraverso le righe di questo racconto è quello di individuare i lati negativi della nostra società – il male, la guerra, l’omertà, l’ingiustizia, l’egoismo – per cercare di fronteggiarli e respingerli attraverso l’impegno nel quotidiano e l’amore per ogni cosa.
5 Come vedi l’amata “nostra” Etna? Quale ruolo nella storia narrata?
Nella mitologia Etna era una splendida ninfa figlia di Urano, dio del cielo, e Gea, dea della terra.
“Il monte che da lei prese il nome sarebbe, quindi, il frutto dell’unione tra cielo e terra” (pag.33)
Nel mio racconto Etna diventa la figlia della principessa Sicilia, una ragazza dotata di un carattere brioso e dinamico che ricordava l’energia del vulcano…camminava lentamente tra la natura e il suo spirito entrava nei fiori, nelle piante e negli alberi mentre il suo cuore pulsava al loro ritmo (pag.39)
Per Etna la natura era una madre benevola, un’insegnante suprema e un’amica consolatrice (pag.40)
6 Tu hai all’attivo un’altra pubblicazione che riguarda il mito di Aci e Galatea. Parlami di questa opera.
“Il mito di Aci e Galatea” narra la tragica storia d’amore tra il bel pastorello Aci e Galatea, attraente ninfa del mare. Il loro amore è grande e intenso ma verrà ostacolato dal potente ciclope Polifemo. Aci verrà ucciso con violenza dal gigante e gli dei lo trasformeranno in un fiume nelle cui acque Galatea continuerà ad immergersi, rinnovando per l’eternità l’incontro con il suo amato. È una lettura rielaborata e illustrata del mito tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, perché penso che tutti i ragazzi acesi debbano conoscerlo.
7 Quanto è importante conoscere le nostre tradizioni?
Ho sempre pensato che le tradizioni siano una testimonianza viva di cultura, una valorizzazione del nostro patrimonio. Sono memorie da tutelare e tramandare, per fare conoscere il nostro passato e creare nei giovani il giusto senso di appartenenza e di identità.
8 Tu usi molto il colore e le illustrazioni nei tuoi lavori. In effetti, hanno qualcosa di magico…
Entrambe le mie opere sono state illustrate da Adriana Rossi, in arte Dria, una brava ceramista che leggendo i miei testi ne ha ricavato originali disegni, ricchi di particolari e di colore.
Oggi i ragazzi vivono di immagini e una storia ben illustrata può guidarli a una lettura più attenta.
In entrambe le storie ho voluto fare emergere il mio legame con il territorio, il mio amore per la mia città e la mia regione.
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