RECENSIONI ED EVENTI
L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI
La mia metà del Chicco è il libro d’esordio di Nicola Mule’, 43 anni, spirito curioso.
L’autore parte dalla propria storia personale e dal dolore legato alla prematura scomparsa della madre per affrontare il delicato tema del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ospite del salotto letterario della Rivista di Arte e Cultura Nuove Edizioni Bohémien, ho realizzato con lui un’ intervista.
1 Nicola, complimenti per questa tua fatica letteraria che ho avuto modo di leggere ed apprezzare. Come nasce questo libro?
– È nato da un’esigenza personale. Quando ti investe un lutto del genere, a 14 anni, si può reagire in tanti modi. Io mi sono sentito la responsabilità del mondo addosso, nei confronti di mio fratello ma anche di mio padre. Mi sono chiuso e ho giurato a me stesso che non avrei più sofferto. Fino a qualche anno fa ho vissuto così e purtroppo ci sono riuscito. Quando ci si scherma dalle emozioni si finisce per non provare più nulla e anche di fronte ad altri distacchi o altre situazioni dolorose non riuscivo più a emozionarmi come mi succedeva prima.
2 Qual è stata la molla da cui è partita l’esigenza di voltare pagina?
– Mi ha ispirato molto il libro di Massimo Gramellini dal titolo “Fai bei sogni”. Dopo averlo letto, ho cominciato a sentire la necessità di ripercorrere tutta la mia vicenda e, durante il periodo del COVID, ho cominciato a mettere un po’ di pensieri nero su bianco. Un altro fatto importante è stato dato dalla nascita di mia figlia e di mia nipote che non hanno mai conosciuto questa nonna. Mi sembrava importante far loro sapere chi fosse anche perché con il tempo c’è il rischio che i ricordi diventino sempre più sbiaditi. Così ho cominciato a riordinarli, unendo anche i ricordi di mio padre.
3 Nel libro vi sono anche pagine divertenti…
– Sì, e soprattutto quelle riguardanti le estati spensierate dell’infanzia condivise con i cugini con cui trascorrevamo le giornate insieme.
4 Quanto è stato importante scrivere questo lavoro?
– È stato liberatorio, anche se il percorso iniziato non si è concluso. Nel libro parlo anche di percorsi terapeutici e di attacchi di panico che mi hanno accompagnato per tanto tempo. Ho pensato che scrivere fosse anche un modo per aiutare chi ne sta soffrendo. Da quando il libro è stato pubblicato, tanti tra coloro che lo hanno letto cominciano a chiamarmi manifestandomi la propria stima.
5 Cosa diresti ad un adolescente che fa i conti con la sofferenza?
– Mi piacerebbe mandare un messaggio positivo ai ragazzi delle scuole. Mi rivedo molto in loro e sento di poter dare una mano. Il dolore va affrontato, solo così se ne esce più forti. Vivere un momento di sofferenza non significa essere deboli anzi, alla luce di quello che accade ogni giorno, ritengo quantomai importante saperla affrontare.
6 Il libro nasce con un proposito più che lodevole e desidero scriverlo attraverso le tue parole.
– L’intero ricavato del libro andrà all’associazione Milano 25 taxi della zia Caterina che con il suo taxi compie una precisa missione: aiutare i bambini malati accompagnandoli gratuitamente negli ospedali.
7 Dove è possibile trovare il tuo libro?
– Si può trovare su Amazon e presso le migliori librerie.
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