Le Odi/Recensioni ed Eventi
A cura di Maria Cristina Torrisi
Ludovico Anastasi, 64 anni, è un conosciuto poeta acese. Ha all’attivo due pubblicazioni, tre premi e diversi riconoscimenti.
Oltre ad essere un cultore di eventi storici, politici ed economici, si è tra l’altro occupato per diverso tempo di giornalismo.
Lui fa parte della redazione di Nuove Edizioni Bohémien e si occupa della rubrica dedicata alle Odi.
Ci siamo seduti in un bar per discutere di bellezza, di arte, di storia, di poesia…
A tu per tu con il poeta.
D. L’ispirazione poetica
Nasce dal dolore esistenziale che attraversa a 360 gradi tutte le fasi della vita. Personalmente questo dolore l’ho cominciato a vivere a cinque anni, quando ebbi il primo trauma causato da mio padre che mi tolse ai nonni e agli zii materni, essendosi risposato e volendo ricostituire la famiglia. Io rimasi affettuosamente ancorato ai nonni e agli zii materni senza mai inserirmi in appieno nella famiglia paterna che evitavo chiudendomi nella mia stanza.
D. Lo stile
Lo stile nasce da una mia dicotomia fra la ricerca del sacro e la ricerca del profondo abisso.
D. Cosa significa profondo abisso?
E’ la caduta degli angeli sulla Terra, paragonabile alla caduta dell’angelo della luce, nel senso che inserisco la mitologia alla reale esistenza umana. Possiamo prendere esempio da Prometeo che ha sempre simboleggiato la lotta del progresso e della libertà contro il potere, sia esso divino che umano.
D. Nei versi vi è una componente di raffinato anticonformismo, inteso come denuncia sociale.
Confermo e aggiungo anche rivoluzionaria. Quando ero studente, infatti, ero simpaticamente definito come un “sovversivo” per le mie idee maxiste e leniniste.
D. Cosa vorresti realizzare attraverso le tue poesie?
Innanzitutto liberarmi, nel senso che scrivere per me è catartico, e poi invitare la gente a riflettere sul mondo di oggi, globalizzato, in cui il capitalismo sta riportando nazionalismi e schiavitù.
D. Nei tuoi versi vi è, secondo me, l’essenza del bello e del puro narcisimo.
Si, è vero. Infatti compongo le mie poesie non trascurando i versi che hanno una forte musicalità.
D. Se dovessi chiederti a quale religione appartengono i tuoi versi, cosa riponderesti?
Sicuramente ad un cristianesimo lontano e scevro dalle impalcature propriamente religiose, nel senso che le sovrastrutture religiose, per l’appunto, hanno cooptato in senso negativo grandi figure storiche come fu quella di Gesù di Nazareth, uomo anticonformista che cercava la giustizia.
D.Perché si nota sempre la componente nostalgica, quasi come se scrivessi in un tuo passato anche se tratti di temi attuali?
Perché la vita è un continum, un perpetuo ripetersi e il passato con il presente si intrecciano.
D. A quanti anni hai scritto la tua prima poesia?
Ho iniziato a 12 anni. Ho memorizzato nel sonno una poesia che ho poi trascritto.
D. Quanto ieri e oggi la poesia ti ha sostenuto nella vita?
Sempre. Mi è amica e mi ha aiutato nelle fasi più difficili.
Le Odi
PER I QUARTIERI UMANI
E poi le ritorsioni attribuite all’Oltre sono le stesse dei padri immusoniti all’esuberanza dei figli. E crescono limiti, barriere, muri, nel nostro modo di sentirci vivi.
STRATEGIE
E non si creda ch’io aderisca allo sconquasso, al si salvi chi puo’ quotidiano. Io sto a spasso per le mie stanze al chiuso, e mi attraverso, e mi pungo la mano per punitivo sfizio, attizzo le orecchie al passaggio di Dio che non vedo. Prendo la biro e baro.
CAFFÈ E SIGARETTE
Festeggio sempre con caffè e sigaretta quella che si dice poesia ben fatta. So che i panni sporchi si lavano in famiglia, ma se anche i morti stanno in battaglia, questo mio malinconico tessere parola giunga suono di scordata arpa ai furenti numi una sola volta.
Omaggio ad Andrea Camilleri
E’ tutto così semplice, sì’, era così’ semplice, è tale l’evidenza che quasi non ci credo. A questo serve il corpo: mi tocchi o non mi tocchi, mi abbracci o mi allontani. Il resto è per i pazzi.
Andrea Camilleri.
Grazie Maestro.
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