A Linguaglossa la permanente di Salvatore Incorpora

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ARTE

A cura di Francesca Bella

Il Museo Regionale Francesco Messina – Salvatore Incorpora sito a Linguaglossa, in Piazza Annunziata n. 9, accoglie la permanente dell’artista Salvatore Incorpora.
Nato a Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, nel 1920, Incorpora è figlio di Giovanni Incorpora e Gemma Murizzi (conosciuta come Donna Gemma), anche lei artista, scultrice e fotografa, nonché figlia di Rocco Murizzi, scultore di scuola napoletana di fine ottocento.1 Il terreno in cui nasce e cresce Salvatore è dunque artisticamente molto fertile.

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Arriva poi il tempo del Secondo Conflitto Mondiale e, a 21 anni, Incorpora parte per la Grecia per combattere sul fronte balcanico e nel 1943 viene arrestato dai nazisti e portato in Polonia nei lager nazisti. Questo terribile periodo di prigionia dura due lunghi anni, fino al 1945, quando ritorna in Calabria, la sua terra natia. Sempre nello stesso anno, il giovane Salvatore consegue da esterno il diploma presso il Liceo Artistico di Napoli e, dal 1948, si trasferisce a Linguaglossa per via del matrimonio con Anna Di Bella, originaria del posto.2

Incorpora intraprende poi la strada dell’insegnamento in discipline artistiche, portando, però, avanti anche l’attività di pittore e scultore. Riceve incarichi di rilievo, come quando viene nominato Ispettore onorario per i Beni Ambientali, Architettonici ed Artistici della Soprintendenza di Catania, ruolo che gli consente di attivarsi in prima persona per la difesa e la tutela dei beni artistici e culturali della zona.

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Ma Incorpora non è soltanto pittore e scultore, ma anche scrittore. Infatti nel 1992 pubblica a sue spese Quell’andare (da un diario), che «racconta gli anni di prigionia, dal settembre 1943 al giugno 1945. In realtà l’autore si sofferma soltanto in alcuni passi su una data precisa, per cui il testo può essere definito più come un insieme di memorie che come un diario, anche se è probabile che un vero diario sia all’origine del testo».3

Intanto il lavoro artistico e creativo di Incorpora continua diventando oggetto di esposizioni nazionali e internazionali, sia personali che collettive, e di attenzione da parte di pubblico e critica. Nel corso della sua lunga carriera l’artista calabrese riceve numerosi riconoscimenti e nel 1997 il Comune di Linguaglossa gli conferisce la cittadinanza onoraria. Ed è proprio in questa città, alle pendici dell’Etna, che Incorpora muore il 29 luglio 2010.

L’arte di Salvatore Incorpora rappresenta un grido di dolore, del suo dolore, per la terribile esperienza vissuta durante la prigionia. È la Storia che entra nell’Arte e si fa essa stessa Arte, in tutta la sua crudeltà. Le opere di Incorpora hanno un peso specifico, tanto artistico quanto emotivo, per nulla indifferente. Il vissuto tragico dell’artista diventa protagonista della sua produzione, diventando la voce di tutti quelli che, come lui, hanno vissuto il dramma della prigionia e, più in generale, del Secondo Conflitto Mondiale. Vi sono, infatti, casi di lavori in cui Incorpora deforma i visi e ingrandisce mani e piedi senza rapporti di proporzione. Chiaro riferimento, quest’ultimo, all’ingrossamento della pelle causato dal freddo della neve durante il ritorno a casa: “quando ero bambino, per miseria camminavo scalzo. Durante la mia lunga prigionia in Grecia, in Albania, e in Russia ero o con le scarpe rotte o con i piedi sanguinanti e congelati”.4

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Anche quando le opere si riferiscono all’ambiente siciliano, in cui ha trascorso buona parte della sua vita, le sue pennellate è come se fossero mosse da un dolore umano, forte e cupo.
Interessanti anche i lavori del ciclo verghiano, ovvero quelli dedicati ai personaggi dello scrittore siciliano Giovanni Verga, come nel caso del quadro del 1973 intitolato Ntoni e le tempesta, in cui è raffigurato il protagonista de I Malavoglia.

A proposito delle sculture di Incorpora, invece, il noto poeta e scrittore, originario proprio di Linguaglossa, Santo Calì dice:

Gran parte delle sculture di Salvatore Incorpora ha un sapore marcatamente folkloristico, il quale va tenuto in debito conto per un duplice motivo: la genuinità e l’ingenuità e certe manifestazioni artistiche dell’Incorpora trovano riscontri formali e contenutistici in una antichissima e vasta produzione d’artigianato, mentre le opere artisticamente più personali e impegnative non si spiegano se non in virtù di una tecnica, di uno studio, di un linguaggio che sono passati via via, attraverso una gradazione di assidue esperienze, da un mondo di espressioni popolari, facili e primitive ad un altro più controllato, più disciplinato, più riflesso, e non per questo meno spontaneo del primo.

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Modesto e silenzioso, Incorpora, come si suol dire in gergo militare, viene su dalla gavetta. Ha conquistato, dopo tanti sacrifici, i suoi bravi galloni, ma non ha montato superbia: sicché spesso ritorna soldato fra i soldati, artigiano fra gli artigiani, senza indulgere per altro ad espressioni anonime o a manifestazioni amorfe, ma conservando intatta una personalità, che nell’interpretazione dell’anima popolare, rimane, solo ed essenzialmente, la sua personalità.5

La visita alla permanente costituisce un viaggio certamente interessante ma anche emotivamente molto forte nel mondo personale e artistico di un uomo che, negli anni, si è espresso attraverso le diverse declinazioni dell’arte e che, grazie ai suoi lavori, ha portato il pubblico ad una riflessione rispetto ad alcuni drammi epocali che hanno caratterizzato la storia dell’umanità nel Novecento.

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1 Cfr., Salvatore Incorpora – Artista
2 Cfr., Aspetti di neoespressionismo nell’arte di Salvatore Incorpora – Tota Pulchra News
3 Cit., Cerra A. G. e Rossi E. A., La lunga traversata. Gli anni di prigionia di Salvatore Incorpora, in «Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee», 15 dicembre 2021.
4 Cit., Aspetti di neoespressionismo nell’arte di Salvatore Incorpora – Tota Pulchra News
5 Cit., Calì S., Salvatore Incorpora. Scultore, Catania, Edizioni Camene, 1953, p. 7.

Fonti bibliografiche e sitografiche:
– Aspetti di neoespressionismo nell’arte di Salvatore Incorpora – Tota Pulchra News
– Salvatore Incorpora – Artista
– Cerra A. G. e Rossi E. A., La lunga traversata. Gli anni di prigionia di Salvatore Incorpora, in «Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee», 15 dicembre 2021.
– Calì S., Salvatore Incorpora. Scultore, Catania, Edizioni Camene, 1953.