ARTE
A cura di R.B.
ARTE e SCIENZA: a Erice, con quattro mostre, apre al pubblico per la prima volta il Centro Majorana, dal 1963 hub internazionale per centinaia di Nobel. Sabato 29/6 inaugurazione.
“Storia del Centro Majorana”
SEDE: Istituto Blackett – San Domenico
Una mostra incentrata sulla nascita e sullo sviluppo del Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” (EMFCSC), noto in tutto il mondo, fondato a Ginevra nel 1963 dal fisico Antonino Zichichi, che ne è anche il presidente. Il professor Zichichi – che volle intitolare la Fondazione a Ettore Majorana, il fisico catanese poco noto sino ad allora al grande pubblico ma che egli considerava un luminare – l’8 maggio 1962 si sedette a un tavolo con due Premi Nobel – l’americano Isidor I. Rabi e l’inglese Patrick M. S. Blackett – il direttore del CERN, l’austriaco Victor F. Weisskopf, e il suo amico John S. Bell, autore della famosa equazione sul paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen. Il documento che firmarono determinò la rinascita culturale di Erice. Zichichi li convinse che ci si poteva riunire una volta l’anno, in Sicilia, per dibattere sulle nuove scoperte nel campo della fisica subnucleare e confrontarsi sui risultati conseguiti nel corso dell’anno.
Le attività del Centro Ettore Majorana, visitato anche da Papa Giovanni Paolo II, ai quali hanno partecipato 132.558 scienziati, 145 dei quali vincitori di Premi Nobel. Si articolano su oltre 100 scuole e corsi di specializzazione.
“Fibonacci e il Numero Aureo. La forma generatrice”
SEDE: Istituto Blackett – San Domenico
Dopo Castel del Monte in Puglia, si apre all’Istituto Patrick M.S. Blackett la mostra su Leonardo Fibonacci, considerato tra i più grandi matematici di tutti i tempi. Grazie a lui, è stato possibile scoprire due modi per calcolare il Numero Aureo: “l’Equazione di Fibonacci” e la “Sequenza di Fibonacci”. Il Numero Aureo è insito nella bellezza della natura, ed è utilizzato dagli artisti, soprattutto da Giotto in poi, come parametro fondamentale per dare fascino estetico ai lavori d’arte. Il rapporto Aureo (che, nel Rinascimento diventerà addirittura divino) è in ciascuno di noi; Leonardo da Vinci lo affermò con decisione. I nostri antenati, nel cercare di trasformare la Bellezza in realtà, costruirono una miniera d’oro concettuale non solo per le opere che realizzarono, ma per quel Numero Aureo che Fibonacci riuscì a trovare quale sorgente comune di quella cosa cui diamo il nome di Bellezza.
La mostra espone circa 30 tra opere classiche e contemporanee: Piero Guccione, Pizzi Cannella, Umberto Mastroianni, Carlo Gavazzeni Ricordi, Paola Lo Sciuto, faranno da alter ego ad alcuni tra i più noti capolavori del Rinascimento italiano, riprodotti nelle dimensioni originali su lastre in plexiglas.
Paola Lo Sciuto, professoressa dell’Accademia di Belle Arti di Roma, ha curato un approfondimento artistico e filosofico sul tema realizzando inoltre delle installazioni site specific.
“Stelle, costellazioni e oroscopi”
SEDE: Istituto Wigner – San Francesco
Si tratta di una mostra relativa alle stelle e agli oroscopi che offre una base scientifica al fascino che le costellazioni esercitano sull’uomo. Antonino Zichichi, al riguardo scrive: “Le stelle non sono ferme ma viaggiano alla velocità di un milione di chilometri l’ora. I nostri antenati pensavano che le Stelle fossero fisse nei cieli, e invece no. Sono lontanissime da noi. Tanto lontane da sembrare fisse. Se vivessimo, invece di cento anni, mille volte più a lungo, vedremmo l’Orsa Maggiore cambiare forma. […] Credere nei segni zodiacali vuol dire ignorare velocità pari a un milione di chilometri l’ora: una velocità mille volte inferiore a quella della luce, ma talmente elevata che, in appena un’ora, si potrebbe fare ben 25 volte il giro attorno alla Terra”. Artisti contemporanei sono stati coinvolti nel progetto anche con la realizzazione di opere d’arte ad hoc sull’argomento: Gregorio Botta, Bruno Ceccobelli, Lucia Crisci, Ettore de Conciliis, Nedda Guidi, Riccardo Monachesi, Thomas Mustaki, Marco Tamburro. Inoltre due capolavori di Igor Mitoraj (Grande notturno [omaggio a Galilei] del 2008) e Pizzi Cannella (Luna o luna nuova del 2004) completano la mostra.
“Umberto Mastroianni. Il Monumento di Erice. Un percorso artistico (sculture 1931-1993)”
SEDE: Istituto Wigner – San Francesco
“Umberto Mastroianni sarebbe stato felice di sapere che le sue opere, oggi esposte a Erice, prospettino dall’alto della roccaforte su un panorama dove balugina all’orizzonte la misteriosa presenza del Giovane di Mozia. L’ineguagliato capolavoro del V secolo a.C., prodigiosamente riesumato nel 1979 nella piccola isola di proprietà della Fondazione Whitaker nel cui museo, con il suo avvenente magnetismo, sovrasta una quantità di reperti di scavo restituiti dalla colonia fenicia sin dal Settecento. Ma l’esposizione di Umberto Mastroianni, è posta anche sotto la protezione della Venere Ericina, culto che Virgilio fa risalire al Santuario dedicato da Enea alla dea della fecondità – sua leggendaria progenitrice – la quale nella mitologia era vissuta sulla sommità della rupe calcarea che, come una naturale torre di avvistamento “vicina alle stelle”, domina il paesaggio circostante accrescendo le fascinose interpretazioni simbolico-iconologiche connesse alla sacralità del luogo”. Così Caterina Napoleone – curatrice della mostra – descrive la connessione di “intenti” tra l’artista frusinate e lo spazio ospitante del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana. In mostra circa trenta opere tra sculture e lastre in piombo per documentare l’articolata produzione in metallo di Umberto Mastroianni. Il tutto prende avvio da Il Monumento di Erice, capolavoro scultoreo del Maestro realizzato e pensato ad hoc per il Centro Majorana nel 1993 su stimolo del Professor Antonino Zichichi. Il professore infatti pensava ad un monumento che fosse una summa delle forze fondamentali della natura, aspetto della fisica cui aveva dedicato ricerche e attività e così Mastroianni pensò ad un sunto del suo stesso percorso artistico: una fusione tra l’aspetto figurativo e astratto della Sua arte. L’opera venne benedetta l’8 maggio dello stesso anno da S.S. Giovanni Paolo II ed è il fulcro di questa nuova esposizione siciliana.
Gli spazi del Centro Ettore Majorana saranno aperti al pubblico fino al 3 novembre 2019, tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 19.
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