Attualità
A cura di Antonino Leotta
Foto di Mario D’Anna
Un sito di facebook ha lanciato l’invito per un incontro col Sindaco di Acireale sull’assunzione della ZTL. Mi sono presentato anch’io -come libero cittadino- all’incontro tenutosi alle ore 19 di lunedì 1 luglio 2016. Mi è stato consentito di parlare. Ho cercato di risalire “a monte” del problema. Questo il mio intervento:
Una “ZONA A TRAFFICO LIMITATO” , in una città, più che responsabilizzare l’Amministrazione pubblica, dovrebbe interessare noi cittadini. Più che da una determina comunale, dovrebbe scaturire da una scelta di noi cittadini. Una scelta che non può assolutamente puntare a creare o favorire schieramenti di parte. Ma ad approfondire delle logiche di adozione.
C’è un punto di partenza che deve fare da motore a tutta la vicenda della ZTL.
La storia ci documenta una drammatica realtà che segna un tipo di rapporto tra le persone umane: da un lato ci sono alcuni che puntano a un profitto, dall’altro, tanti altri che vengono utilizzati e sfruttati. E’ proprio questa la piaga della schiavitù che ha lontane origini con vari aspetti che vanno dai lavori domestici alle grandi proprietà terriere, dalla costruzione di strade, roccaforti e città alle estrazioni minerarie, dai trasporti a remi e della carovane a marce forzate alle nuove schiavitù del lavoro nero.
C’è sempre qualcuno che trae profitto e altri che mettono a rischio la loro sopravvivenza.
Oggi nella nostra Città pare che la maggiore difficoltà che si pone sull’adozione della ZTL sia determinata dal paventato calo delle vendite dei commercianti. Attenzione: la mia non è barricata. E’ una riflessione.
Certamente mi dispiace aggiungere, in questa occasione, i commercianti in coda alla lista di quelle persone che mirano ad un profitto ignorando il rischio al quale vanno incontro consumatori, utenti della strada di ogni età abili o diversamente abili..
Punto lo sguardo sugli utenti pedoni che si muovono nel centro-città: sono centinaia. In alcune occasioni migliaia. Tanti i bambini. E’ abbastanza chiaro: per assicurare un ipotetico profitto ad alcuni commercianti, questi cittadini utenti , devono subire i velenosi scarichi delle auto in movimento. Da aventi diritto all’uso di un territorio pubblico, sono costretti a respirare aria inquinata. Cerchiamo di capire che dobbiamo trovare il modo di trasformare una schiavitù del profitto in profitto per l’utenza. Che, di riflesso, a poco a poco, potrà diventare profitto anche per il commerciante. Un commerciante che deve adoperarsi per inventare nuovi tipi di offerte.
Esiste un “male” molto diffuso. Un “male” spesso definito “incurabile”. Le polveri sottili contribuiscono notevolmente ad incrementarlo. In molte città il problema è stato già affrontato. Si sono moltiplicate le ZTL, è stato adottato un piano di frequenza a targhe alterne e l’uso di auto predisposte. La Comunità Europea cerca di incrementare soluzioni.
Il cancro ai polmoni non è un’opzione. Come la ZTL non è un capriccio. E’ diventata una necessità. Una necessità di prevenzione.
Certamente la pulizia, l’arredo urbano, una più adeguata illuminazione, una originale programmazione di eventi, l’individuazione di nuovi spazi-posteggio dovranno trovare immediato posto nella progettazione di un futuro migliore. Ma anche una nuova visione dell’uso dell’auto e la scelta di orientarsi verso l’utilizzo della viabilità esterna alla città, dovranno entrare nell’agenda di noi cittadini.
Che potremo anche comprare un capo di abbigliamento o altri oggetti utili respirando aria pulita al centro della città, piuttosto che muoverci come automi imprigionati in una scatola chiusa senza finestre di un centro commerciale.
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