LE ODI
A CURA DI LUDOVICO ANASTASI
TRAMONTO
Questo il mio vulcano, questo il mio mare, e i miei occhi alla sera distesi, in calma, alla notte vicina dopo l’affondo d’artigli al giorno cadente. Tutto verra’ confessato nei sogni: gli sguardi rubati e la donazione di essi, delle labbra i tremori nascosti, e l’eterno burrone sul ciglio del cuore.
LA CREPA
Questa memoria pretestuosa, atavica, che sale dal fondo della notte e mi riporta nelle praterie della prima infanzia, e non si lascia interrogare, mi disarciona dal mio esser giudice. E mi si fa compagna, mi seduce e mi vizia, come sposa predestinata da prima che io fossi.
VITE
Sembra debba tornare lo scirocco, a scivolare sulle nostre vite, sui nostri umori, sulle fissate righe (che non sia mai che se ne esca fuori)...
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