2 NOVEMBRE: COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

A cura di Maria Pia Basso
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Giorno di mestizia e di preghiera quello che affronteremo il 2 Novembre. Un momento di raccoglimento e di riflessione su un tema, quello della morte, che rappresenta il rovescio della medaglia del nostro vivere e del nostro agire. Generalmente colleghiamo alla fine della vita l’oblio di un’esistenza che non è più ,e identifichiamo la morte come brulli campi e paesaggi spettrali in cui al fiorire si contrappone l’appassire, alla gioia il cupo dolore, alle risa spensierate i pianti strazianti di chi ha perso i propri cari e non si rassegna ad una mancanza tanto lacerante.
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E ai nostri bimbi parliamo dei cari scomparsi? Come si potrebbe introdurre loro un argomento difficile da trattare per i suoi risvolti e  per la paura che arrecherebbe ai piccoli cuori in ascolto? Forse rassicurandoli sul fatto che questa fase conclusiva dell’esistenza terrena fa parte del normale decorso della vita. Prospettato il tema con toni pacati e non allarmistici, portiamo il bimbo ad “accettare” l’eventualità di una realtà a tinte fosche, aiutandolo a metabolizzarla senza patemi d’ animo la cui eco influenzerebbe il loro domani.
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La sicurezza nell’illustrare tutti gli eventi faticosi e dolorosi del vivere quotidiano, pone i genitori nella veste di guide verso cui nutrire fiducia e in cui trovare quel confortevole rifugio per affrontare con successo le piccole tempeste della  vita dei loro “cuccioli”.
Più evitiamo  invece di fornire spiegazioni, mediante un linguaggio appetibile al bambino, sugli accadimenti dell’esistenza, maggiore sarà l’incapacità del piccolo di fronteggiare gli inevitabili dispiaceri che si presenteranno sul suo cammino anche in età adulta. Perché è giocoforza ritenere che tutto ciò che si costruisce e si recepisce nel corso dei primi anni di vita, sarà base fondante di quella futura in cui bisognerà destreggiarsi autonomamente anche nel mare degli imprevisti e dei traumi sottesi al nostro vivere terreno.
Scrolliamoci paure e timori, e apriamoci con fiducia verso il mondo dell’infanzia: ne resteremo esterrefatti.