LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi
MONOLOGO CON DIO
Quando Ti desidero in anima e corpo mi perdo. Quando nel sorriso d’incanto di una donna Ti svelo, io cado. Non esiste mente che regga il Tuo sguardo. Bisogna che muoia a me stesso. Ma sono d’ibrido impasto, terreno argilloso alla frana vocato. Tu sei al di la’ di ogni canto. Tu sei inascoltato silenzio. Il guaio e’ quando un sigillo imprimo al fuoco di un attimo. Pare essere un gioco, m’illudo, ed ho corto il respiro.
DI MIA POVERA IRONIA
Il bosco, il sottobosco o addirittura tutto l’universo al chiuso di una stanza. Non si dipinga il poeta con malagrazia, ha stelle in spalla lungo la frontiera dietro la porta. Roba da giganti, da farci un carro di cartapesta.
ANAGRAFE
Lieve, gentile, sulla superficie del silenzio mi colloco dopo tanto detto. Passeranno presto questi venti anni e passa, poco piu’, molto meno, sto sereno: ormai il piu’ e’ fatto e tutto in un baleno.
DI UN AMORE
Oh Dio, avro’ pure una trave nell’occhio oppure un modesto fuscello, di sottigliezze non e’ questo il momento. Vorrei piuttosto un orizzonte dorato e un prato dove veloce si fa il passo senza che nulla si perda, in cuore ed in fiato, del seducente osanna di un bacio.
SUSPIRANNU
Persu, cunfusu, intra lu pettu lo forti chiantu, passu la notti arraccamannu supra a prumissa di n’autru munnu.
IL MIO EDEN
E alla fine, al fine di tornare al paradiso perduto, qui, fuori da quel recinto supersorvegliato dall’angelo, con piu’ o meno disgusto, da ribelle o da vinto, veniale o mortale che sia ogni peccato misurato e pesato vado, l’anima al palo, scontando.
CERTI AMORI
Improvvisi scoppiano nei precoci tramonti autunnali. Sgomenti mettono ali a ricerca di albe. E’ in questi momenti di schermaglie fra ombra e luce che il cuore cuce passioni e tace.
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